Sant’Amico nacque nel territorio di Camerino tra il 920 e il 930 da una famiglia nobile e già da piccolo fu affidato ad un monastero per essere educato alla vita monastica.
Lasciato il monastero per il clero diocesano fu ordinato prete. Durante i suoi primi anni monastici convinse tutta la famiglia a dedicarsi alla vita monastica. Dopo aver convinto tutta la famiglia a dedicarsi alla vita monastica Sant’Amico si ritirò per tre anni in una grotta del Monte Torano dell’Aquila della diocesi di Ascoli Piceno e con il passare del tempo si unirono altri suoi discepoli alla vita eremitica. Passati i novanta’anni di vita il monaco si recò nel monastero di San Pietro Avellana (Isernia) fondato nel 1025 da San Domenico di Sora e qui in una piccola cella antistante la chiesa condusse la sua vita fino alla morte avvenuta presumibilmente il 3 novembre tra il 1040 e il 1050, centoventi anni dalla sua nascita. Il corpo fu sepolto nello stesso monastero di San Pietro Avellana dove sul suo sepolcro avvennero diversi miracoli. Con decreto di indizione del sinodo fu messo sotto l’altare seicentesco del monastero. Per i suoi particolari interventi miracolosi, nel sanare le ernie, fu scelto come patrono dai sofferenti di questa malattia. Sant’ Amico è il patrono di San Pietro Avellana la cui festa per scelta dei cassinesi, in quando nel 1069 il paese venne unito a Montecassino, è celebrata il 3 novembre di ogni anno.
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