Ci piace ripassare la storia della nostra vita vissuta dagli  ultimi anni sessanta ai giorni nostri per sapere quanto siamo stati bravi o meno bravi a crescere per diventare una regione autonoma efficiente e forte economicamente.

Ritornare troppo indietro  annoieremmo, forse,  qualcuno o tanti, ma un breve richiamo alle nostre origini forse fa bene. Non tutti sanno e non tutti possono ricordare perchè vado tropo indietro con la storia, ma  nel 1885 c’era un giornale chiamato “Il Sannio” di Campobasso che parlava di noi e della nostra società e del ruolo del sociale nella vita quotidiana del cittadino. Proprio in questi anni nacquero le società operai , come quella di Capracotta, di Agnone, di  Salcito , di Castropignano, Venafro, Carovilli e tante altre sparse in tutto il territorio Molisano. Queste avevano il compito  della fratellanza e della solidarietà e come scopo il mutuo soccorso fra di loro ,quello che comincia a mancare tra di noi oggi. Poi arrivano le guerre con morti e distruzione del territorio che ci fanno diventare più poveri ma più liberi così arriviamo a noi , gli anni dello sviluppo, della crescita e del benessere sociale. L’istituzione del Molise come regione avviene nel 1963 e dopo sette anni la nascita della provincia di Isernia (anno 1970 ) , poi  l’insediamento di un gruppo importantissimo come la Fiat e alcune aziende di media grandezza. Questa nuova realtà ci assegna i primi compiti per diventare una buona regione. In questi anni il Molise comincia a passare da un’attività prettamente agricola e artigianale a una regione che si affaccia all’industria e al terziario. Come si sa lo sviluppo e la programmazione nasce dalle proposte e dai convegni e  In questi anni si svolgono  diversi convegni e assemblee mirate allo sviluppo del territorio e al suo nuovo ruolo che doveva avere come regione autonoma dall’Abruzzo. Tra i tanti convegni e dibattiti fatti in questi anni ne citiamo uno: quello sull’agricoltura regionale: “Avvio ad un dibattito sul futura della  società rurale molisana”  pubblicato  dal “Corriere della Sera del 29 gennaio 1971” di cui riportiamo una parte.

Le indicazioni e le proposte emersi in questo convegno purtroppo non tutte vengono prese in considerazione si sceglie solo una parte , per il resto la scelta programmatica va sui  P.I.P. (Piani di Insediamento Produttivo)   progettati per accogliere  attività artigianali, industriali, commerciali e turistiche.  Dei P.I.P. ,purtroppo, solo pochi vengono avviati con piccole aziende e con qualche mini risultato utile, per il resto , i lotti acquistati e mai utilizzati, sono rimasti cattedrali nel deserto. La mancanza di una tratta ferroviaria all’altezza dei nuovi tempi commerciali e industriali così come un’autostrada che va oltre le vecchie tratte stradali, se anche rifatte, non riescono a soddisfare i tempi di percorso necessari ad una competitiva attività commerciale sta allontanando quelle poche industrie   atterrate negli ultimi decenne del secolo scorso. Tutto questo ha fatto si che tanti paesi si sono spopolati.  Oggi è fortemente necessario ripensare a una programmazione che mira al territorio alle sue risorse naturali da legare al   turismo , questo è ancora  possibile , basta solo volerlo e forse il nostro territorio riprenderà il cammino della crescita economica e demografica, ma tutto dipende dalla volontà POLITICA.

Alcune immagine della contrattazione in Molise e al Ministero del Lavoro Sulla Pantrem: